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I diritti dei minori al tempo del Coronavirus

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I diritti dei minori al tempo del Coronavirus

“L’unica cosa che tutti i bambini hanno in comune sono i diritti. Ogni bambino ha il diritto di sopravvivere e crescere, di essere istruito, di essere libero da violenza e abusi, di partecipare e di essere ascoltato”

Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite

New York, 20 novembre 1989.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite decide di adottare (senza voti contrari) la Convenzione sui Diritti del Bambino. Essa si compone di 54 articoli e rappresenta un fondamentale strumento giuridico per la lotta ai diritti dell’infanzia. L’Italia attraverso la legge n. 176 del 27 maggio del 1991 ratifica la Convenzione dei diritti del fanciullo.

Da psicologa, questo tema non può che essermi vicino. La professione psicologica, infatti, ha come obiettivo la promozione e la tutela del benessere della persona.

Tale benessere non può essere raggiunto violando dei diritti inalienabili. Ogni trasgressione, di fatto, mina la salute psicologica non solo del minore, che ne è vittima, ma di tutto il tessuto sociale in cui egli è inserito.

Le ferite psicologiche inferte a bambini e adolescenti, difatti, si riverberano sulle generazioni future causando sofferenza individuale e collettiva.

La protezione della salute del minore viene regolamentata dall’articolo 24 della Convezione sui Diritti del Bambino. Tale articolo, però, risulta essere piuttosto vago sulla definizione da dare a questo importante costrutto. In linea con le direttive dell’OMS, ritengo che essa è da intendersi come “uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. Questa definizione pone enfasi sull’aspetto psicologico insito nel concetto di salute. Il lavoro degli psicologi, quindi, diventa di fondamentale importanza in questo scenario perché può prevenire e ridurre le conseguenze psichiche nefaste causate dalla violazione dei diritti a livello individuale, sociale, politico e culturale.

Nel mese di Novembre di un anno particolare (come è il 2020), la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza assume un’importanza nuova e inedita. Quest’anno, infatti, più di un diritto si è dovuto adeguare in virtù dei cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato.

La condizione di lockdown generalizzato risalente a Marzo del corrente anno e le misure di contenimento adottate recentemente dal Governo, portano con sé rischi psico-sociali elevati, come:

  • l’aggravarsi di situazioni di pregresso disagio familiare dato da conflitti interni (violenze fisiche o verbali, soprusi, abusi) o da condizioni di svantaggio economico;
  • l’aumento e l’acuirsi dei disturbi mentali inerenti, soprattutto, l’ansia e la depressione, come documentato da più contributi scientifici (Di Crosta et al., 2020; Pellegrino, 2020);
  • i possibili danni a livello educativo e scolastico, soprattutto in situazioni di pregressa vulnerabilità come quelle inerenti disabilità e malattie croniche, bisogni educativi speciali e povertà materiale (che impedisce l’acquisto di dispositivi tecnologici atti a seguire la didattica a distanza);
  • i vari problemi inerenti il confinamento a casa, tra cui: la diminuzione dell’attività fisica, l’abuso nell’utilizzo della tecnologia e la sovralimentazione o l’alimentazione scorretta, non salutare o insufficiente.

In qualità di psicologa, al fine di garantire la tutela dei Diritti dell’Infanzia anche durante l’emergenza sanitaria, di seguito fornirò dei suggerimenti per chiunque, in qualsiasi modo, si prenda cura di minori. Sperando che essi risultino essere utili per migliorare il benessere familiare e sociale.

In questo periodo, i minori sono costretti a modificare le proprie abitudini relazionali a causa del distanziamento sociale obbligatorio. È importante, però, sottolineare che tale distanziamento riguarda solo la fisicità e che quindi non pregiudica la vicinanza emotiva con gli altri, nonostante la distanza.

La socializzazione “digitale” non deve diventare un ostacolo relazionale, ma può servire per insegnare ai bambini l’importanza della vicinanza all’altro anche attraverso uno schermo. Queste apparenti difficoltà possono servire per educare l’espressione affettiva e emotiva dei minori che spesso si serve soprattutto della fisicità: si può stare vicini anche senza stare accanto.

Le ultime disposizioni del Governo scoraggiano le attività ludiche di gruppo. Lo sport, la danza, la musica, il cinema e tante altre attività fondamentali per la socializzazione, la cultura e il divertimento, ora devono svolgersi soprattutto da casa. In questa strana situazione, è importante accompagnare i bambini nella scoperta di nuovi modi di passare il tempo libero. Questa potrebbe rivelarsi come una preziosa occasione per coltivare insieme a loro nuovi hobby e sperimentare altri modi di stare insieme: sporcatevi le mani con gli acquarelli, ascoltate della buona musica, vedete dei bei film, portateli a teatro in modo virtuale. Questo ritrovato tempo insieme può essere un dono per conoscere meglio i nostri bambini e adolescenti e migliorare la relazione con loro.

Un duro colpo è stato inferto alla scuola che deve costantemente destreggiarsi fra didattica a distanza e didattica in presenza.

L’uso della DaD (Didattica a Distanza), tuttavia, può anche avere degli effetti positivi, soprattutto per gli adolescenti. Essa, infatti, può contribuire a responsabilizzare maggiormente i giovani verso lo studio: la fruizione delle lezioni ora dipende da uno sforzo attivo di ascolto e attenzione che, nella modalità “in presenza”, non era incoraggiato.

L’apprendimento ora è visto come maggiormente dipendente dalla volontà del singolo studente. Inoltre, anche in questo caso, tale particolare situazione, ci può offrire l’occasione di migliorare il nostro rapporto coi minori. Lo studio coi nostri figli, in realtà, può dirci molto di loro, del loro stile d’apprendimento e del modo in cui si approcciano ai piccoli doveri a cui li sottopone la scuola. Queste informazioni ci saranno utili per il futuro per gestire eventuali lacune o, semplicemente, conoscere le loro attitudini. Qualche genitore, in più, potrebbe anche essere ben lieto di rispolverare qualche vecchia nozione scolastica ormai quasi del tutto dimenticata.

Concludo con uno spunto di riflessione: anche se gli effetti di questo difficile anno si ripercuotono su più sfere della nostra vita (inerenti la salute, il lavoro, le relazioni sociali, ecc…) non dobbiamo mai scordare di rappresentare le lenti con cui, i bambini e gli adolescenti, vedono il mondo.

La nostra visione in “rosa” o in “nero” diventa, inevitabilmente, la loro. In virtù di questo è importante dare un’immagine del mondo che sia realistica ma anche rassicurante, in modo da fornire sempre la consapevolezza che, nonostante le difficoltà, ci sia sempre una “Vie en Rose” all’orizzonte.

BIBLIOGRAFIA:

  • Organizzazione mondiale della sanità – 1998
  • Pellegrino, F. (2020). Coronavirus e psicopatologia: non solo ansia. Medici Oggi.
  • Di Crosta, A., Maiella, R., La Malva, P., Palumbo, R., & Di Domenico, A. (2020). Ricadute psicosociali ed economiche dell’emergenza COVID-19. Nuovo coronavirus e resilienza, 170.

 

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