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LA CASA DOPO LA PANDEMIA: NUOVE ESIGENZE DELL’ABITARE IN TEMPI DI ISOLAMENTO SOCIALE.

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LA CASA DOPO LA PANDEMIA: NUOVE ESIGENZE DELL’ABITARE IN TEMPI DI ISOLAMENTO SOCIALE.

Il 2020, almeno nella sua parte già vissuta, ha stravolto buona parte dei comportamenti e delle azioni quotidiane a cui eravamo talmente abituati da non farci nemmeno più attenzione.

In questo contesto generale di stravolgimento, uno degli aspetti più importanti ha riguardato la necessità di fare i conti con lo spazio quotidiano ristretto tutto d’un colpo: chi più, chi meno, tutti abbiamo scoperto che le dimensioni e le caratteristiche della nostra casa sono differenti rispetto a quello che eravamo abituati a pensare.

Chiaramente gli spazi domestici sono gli stessi di sei mesi fa, solo sono cambiate le nostre esigenze ed il nostro approccio…

Proviamo allora ad inquadrare alcune delle sfaccettature più interessanti che hanno riguardato le tante persone che vivono in condominio:

  1. L’INGRESSO.

Negli ultimi decenni lo spazio dedicato all’ingresso di casa si è via via ridotto per arrivare a scomparire del tutto, lasciando spazio alla concezione più contemporanea di “open space”, ovvero l’idea che più funzioni della casa (accoglienza, rappresentanza, preparazione e conservazione del cibo, socialità, ecc.) siano svolte nel medesimo spazio reso più fluido ed ampio.

La pandemia globale, e il suo effetto locale, ci hanno fatto riscoprire l’importanza dell’ingresso di casa: quanti di noi, alle prese con disinfettanti e cambi d’abito, avrebbero voluto un disimpegno più grande e/o più attrezzato appena superata la porta di casa?

Questo segnale sembrerà banale ma racchiude dei significati molto forti e molto presenti in culture diverse dalle nostre, basti pensare all’importanza dell’ingresso di casa nella tradizione giapponese: una sorta di filtro che non è “dentro casa” (la pavimentazione e l’arredo abitualmente sono differenti rispetto al resto) ma non ne è “fuori” (è comunque oltre la porta d’accesso alla casa) che ha la doppia funzione di proteggere la casa come spazio intimo e di accogliere gli ospiti prima che arrivino all’interno degli ambienti domestici veri e propri.

La permanenza forzata nelle nostre abitazioni probabilmente potrebbe farci riscoprire l’importanza di avere un ingresso in casa, anche non necessariamente realizzato con delle mura vere e proprie ma semplicemente sfruttando degli arredi.

  • IL BALCONE.

Per rimanere nel filone degli spazi dimenticati, anche i balconi hanno subito un profondo cambiamento che, dopo l’esperienza collettiva degli ultimi mesi, potrebbe cambiare direzione.

In generale possiamo dire che il balcone, principalmente nel sud dell’Italia, ha due funzioni prioritarie: la prima riguarda l’immagine esterna che vogliamo dare di noi nel vicinato e la seconda riguarda la possibilità di aumentare lo spazio utile della casa attraverso l’uso delle famigerate verande. La presenza massiccia di verande nei nostri balconi è sicuramente dovuta a molteplici fattori (che non possiamo approfondire in quest’occasione), ma probabilmente negli untimi mesi ha fatto sentire a tanti la mancanza di un luogo aperto dove poter respirare anche rimanendo in casa.

Abbiamo visto, tra marzo ed aprile, un protagonismo dei balconi di casa che si era perso (canzoni dal balcone, striscioni, fiori), oltre al fatto che, probabilmente per il maggiore tempo a disposizione, in tanti hanno ripreso a curare vasi e orti di ogni misura e formato: la pandemia potrebbe diventare la rivalsa dei balconi, i quali potrebbero tornare ad essere un luogo definito della casa e smetterebbero di essere spazi abbandonati da conquistare con l’ultimo modello di veranda in alluminio!

  • IL COMFORT ABITATIVO.

Un’ultima riflessione, quella più generale, riguarda lo stupore con cui, durante la quarantena, abbiamo scoperto i lati più oscuri delle case in cui viviamo: il rumore dei vicini che prima non sentivamo, la temperatura troppo fredda o troppo calda di alcuni spazi, la mancanza di luce naturale in alcune stanze, e tanti altri piccoli dettagli che ci hanno portato a guardare il luogo più familiare che esista con occhi diversi.

La pandemia ha portato tante persone ad interrogarsi sull’adeguatezza della propria casa e sulla necessità di trovarne una migliore: il consiglio migliore che posso darvi è quello di fare tesoro di quanto abbiamo vissuto, cercando di mettere in atto tanti piccoli accorgimenti (magari facendosi aiutare da un esperto) per riuscire a migliorare, seppur di poco, la qualità dello spazio domestico, rendendola ancora di più casa nostra!

 

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