Capitolo 9: Luz Nelly e il potere della creatività
E poi arriva lei, femmina come la vita, come la speranza, come la luce. Si chiama Luz Nelly, mi accoglie con un’aria sbarazzina da 15enne, in stile vagamente contadino, con jeans, camicia a quadri e cappello di paglia. Sembra uscita da un film dal sapore nostalgico e mi racconta una delle storie più toccanti sul conflitto armato. Una storia montemariana di lotta, esistenze e resistenze.
Qui a Matuya la conoscono tutti, è la seño, maestra di scuola elementare che si dedica a tutti e a tutto, non c’è evento che non si organizzato da lei, problema che lei non tenti di risolvere. Single con due figli, una vita per i suoi piccoli studenti.
Non sembrano lontani i giorni in cui Luz, doveva litigare al mattino con forze armate che le impedivano di svolgere le lezioni.
Gli alunni la rassicuravano, mentre gli scontri a fuoco tra paramilitari e guerrilleros avvenivano sopra le loro teste, sopra le aule, sopra la loro voglia di avere una vita normale.
Erano loro che le davano la forza di reagire, di gridare i propri diritti di fronte a quegli uomini e a quelle donne che avevano scelto la via della violenza.
Cosi Luz, un giorno decise di dire basta, che dovevano andare via da quelle mura, lei e i suoi piccoli studenti, che di piccolo avevano solo la statura.
Dopo varie richieste, sopralluoghi, pensieri, riflessioni, decise con un gruppo di genitori di comprare un pezzo di terra un po’ più in là, più lontano dagli scontri ma sempre vicino agli abitanti.
Con voce mistica e sguardo ispirato, Luz mi ricordò tutti i dettagli di quel giorno, il giorno in cui vide quel pezzo di terra che le sembrò perfetto per costruire una nuova scuola.
Suona come pure follia, in Colombia, in tempo di conflitto, mettersi in testa che si possa comprare una terra e montarci su un posto per studiare.
Ma questa è la terra del realismo magico, dove chi crede, chi resiste, trasforma la realtà in magia.
Oggi Luz, insegna con altri maestri e maestre, in una scuola costruita a pezzettini, un pezzo dalla comunità, genitori e parenti, un pezzo dal ministero, dove mancano ancora tante cose. A volte l’aula può essere un pezzetto d’erba all’ombra di un albero.
Ma qui a Matuya, la speranza e la passione sembrano non sparire mai. Sono eterni nel sorriso di Luz, nella sua vita che costruisce come un puzzle, che tira avanti da madre single con la grinta di un esercito.
Un esercito di stimoli vitali.
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LORENZA STRANO – Appassionata di giornalismo e viaggi, instancabile volontaria per diverse associazioni e organizzazioni locali e internazionali, Lory Strano si è lanciata dopo la triennale in comunicazione nel mondo della cooperazione internazionale. Nel 2016, anno di conseguimento della laurea magistrale in Cooperazione e Sviluppo, è passata dal lavorare per una Ong ambientalista in Spagna a fare la ricercatrice per una università in Sud America. L’ultima tappa è stata la Colombia, da dove racconta l’esperienza di una siciliana alle prese col mondo dei diritti umani in un paese lacerato dal conflitto e con tutte le carte in regole per fare la storia con il processo di pace.
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