Sui bambini in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia
Il 20 novembre ricorre la giornata mondiale dell’infanzia. Si tratta di una commemorazione di importanza fondamentale perché, nel 1954, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò la Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo. Per poter capire il significato e il valore di questa giornata è necessario approfondire le ragioni culturali, sociali e politiche che sono alla base della volontà espressa dalla più alta organizzazione mondiale degli Stati del pianeta.
Come erano considerati i bambini?
Nel passato, non troppo remoto, i bambini non venivano considerati come individui titolari di diritti e di tutela ma un vero e proprio oggetto in mano ai genitori o dei loro padroni, quando erano impiegati nelle fabbriche, vittime di usurpazioni e abusi, sia nell’ambito domestico e sociale, sfruttati per prestare lavoro in condizioni disumane. Un esempio tipico di questo fenomeno, così radicato nella società ottocentesca e anche in quella novecentesca, ci viene restituito da Charles Dickens, padre del romanzo sociale inglese che scrisse “Oliver Twist”.
Qual è la situazione attuale?
Sebbene molti aspetti della società siano cambiati positivamente, moltissimi bambini vivono in condizioni inadeguate, subiscono violenze, non godono dei mezzi sufficienti per condurre una vita dignitosa in ambiente salubre, sono relegati ai margini della società e dimenticati. Ma quali sono i diritti fondamentali dei bambini? Possiamo distinguere quattro grandi aree di tutela: protezione, salute, uguaglianza e sviluppo. Queste considerazioni sono rivolte, prima di tutto, ai più piccoli e hanno lo scopo di voler esaltare l’assoluta necessità di diffondere all’interno della società un alto senso di protezione e prevenzione dalle situazioni pericolose in cui possono trovarsi i minori.
E a Palermo?
A Palermo, sebbene esistano e operino chiari interventi di supporto all’infanzia sotto il fronte istituzionale, giudiziale e sociale, la situazione in cui si trovano alcuni minori non rispecchia quella di una società tipicamente europea, essendo a molti di loro preclusa la possibilità di essere realmente bambini e di poter vivere una vita dignitosa.
In tale contesto, gli adulti sono chiamati a vigilare sul naturale sviluppo di vita dei più piccoli. La società si sarà anche evoluta verso obiettivi strategici e sostenibili, oltre che da un punto di vista giuridico e processuale, ma il percorso verso la tutela dei minori non può dirsi compiuto. Oggi, più che mai in momento che è fortemente colpito dalla crisi generata dalla pandemia, si rende necessario un programma di azione nella società per la diffusione dei principi fondamentali dei bambini, tanto a livello internazionale che interno, locale. In una realtà come quella palermitana la sfida rivolta alle parti responsabili del processo educativo dei minori è quella di proteggere ma, soprattutto, di prevenire la manifestazione di situazioni pericolose per i più piccoli.
Il ruolo degli adulti per l’infanzia
Il degrado sociale e familiare è spesso la sede naturale del proliferarsi di episodi che ledono la dignità umana dei bambini e che compromettono il loro sviluppo. Purtroppo, non tutti i bambini vivono in modo adeguato alla loro crescita, si trovano in condizioni di difficoltà sociale ed economica; tutto ciò incidendo seriamente sullo sviluppo e sull’apprendimento. In questo contesto precario si genera devianza, preludio di una vita al limite della legalità. La società dei grandi ha un ruolo di doppia difesa: proteggere e aiutare i minori in difficoltà a essere felici di vivere il proprio tempo.
Il Consultorio dei Diritti MIF per l’infanzia
Il Consultorio dei Diritti MIF di Palermo pone queste importanti sfide al centro del proprio operato, attraverso la diretta partecipazione e supporto all’infanzia e alle loro famiglie, con gli assistenti sociali, psicologi, legali e le scuole.
*Un articolo di Sarah Viscardi, Avvocato del Foro di Palermo – Mediatore presso 101mediatori.it.