Senza regole gli antibiotici non funzionano
Fuori piove, la temperatura si abbassa, le giornate in cui anche il sospiro di chi ti siede accanto diventa brezzolina fresca, sembrano già lontane. L’autunno è alle porte e con esso i primi malanni di stagione. Deponiamo i costumi ed imbracciamo i fazzoletti!
Gli antibiotici sono farmaci usati per trattare o prevenire alcuni tipi di infezioni batteriche; agiscono uccidendo i batteri o impedendo loro di riprodursi e diffondersi.
Non esiste un solo tipo di antibiotico.
Per ogni batterio patogeno esistono uno o più antibiotici efficaci che, per la terapia, vengono scelti tenendo conto del tipo di malattia, dell’età e dello stato di salute del paziente.
Quindi non funzionano per tutto e per tutti. Non costituiscono l’unico e solo rimedio multifunzione!
Gli antibiotici non funzionano per le infezioni virali come raffreddore e influenza e non funzionano nemmeno per la maggior parte delle forme di tosse e mal di gola.
Prendere gli antibiotici quando non servono non solo è inutile, ma è anche controproducente, perché poi non funzioneranno quando ne avremo davvero bisogno, ad esempio un’infezione grave.
Prenderli quando non servono, inoltre, presenta il rischio di sviluppare effetti collaterali, ad esempio eruzioni cutanee, mal di stomaco o diarrea.
Pertanto gli antibiotici sono farmaci efficaci solo se vengono utilizzati correttamente: una assunzione “fai da te”, senza prescrizione e controllo medico, può causare più problemi che benefici.
La prescrizione di un antibiotico deve avvenire solo dopo un’attenta valutazione e diagnosi della situazione del paziente, solo ed esclusivamente da un medico.Qualora sia necessaria una cura antibiotica, dobbiamo ricordarci di assumerli seguendo scrupolosamente la prescrizione medica. Il medico stabilisce la dose, non il paziente (aumentare la dose non velocizza la guarigione, anzi può risultare controproducente se non addirittura tossico e diminuire il dosaggio può invece far sì che il batterio impari a resistere contro quel tipo di antibiotico rendendo il farmaco inutile).
Inoltre se la terapia non viene completata (tanto ormai a nostro giudizio siamo guariti!), nell’organismo possono sopravvivere alcuni batteri, che diventano resistenti a quel farmaco.
In caso di dimenticanza di una dose si consiglia in genere di assumerla il prima possibile, continuando poi normalmente, a meno che non venga in mente in prossimità della dose successiva (non vanno quindi prese due dosi a distanza ravvicinata).
Non riutilizzate medicinali avanzati da una terapia precedente, se il vostro medico non ve li ha prescritti.
Ma, in sintesi, perché dovremmo preoccuparci della resistenza agli antibiotici?
Tutte le principali organizzazioni e società mediche mondiali stanno cercando di ridurre l’uso di antibiotici, in particolare per le condizioni non gravi; il ricorso smodato a queste molecole degli ultimi anni ha avuto come drammatica conseguenza una consistente riduzione della loro efficacia e la scoperta di dei primi “superbatteri”, in grado di resistere a QUALUNQUE tipo di antibiotico.
Essere colpiti da un’infezione causata da batteri resistenti significa che, nella migliore delle ipotesi, l’infezione può durare più a lungo e probabilmente sarà necessario il ricovero in ospedale. Anche i familiari potranno essere contagiati da batteri resistenti e sviluppare quindi a loro volta infezioni difficili da curare.
Senza un efficace supporto antibatterico per la prevenzione e il trattamento delle infezioni, alcune procedure mediche come il trapianto di organi, la chemioterapia, la gestione del diabete e la chirurgia maggiore (ad esempio parti cesarei o sostituzioni d’anca) diventano a rischio molto elevato.
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VALENTINA PROVENZANO – E’ una farmacista iscritta all’ordine di Palermo. Laureata nel 2012 presso l’ Università degli studi di Palermo presentando una tesi sperimentale su nuovi derivati antitumorali.
Attualmente collabora con un team di oncologi in clinica privata.
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