Mahmud finalmente a casa
Si conclude proprio in questi giorni, alla vigilia di un nuovo inasprimento delle misure di distanziamento sociale per contenere la pandemia COVID-19, la vicenda di Mahmud, il ragazzo Bengalese residente a Palermo, rimasto bloccato in Bangladesh lo scorso marzo 2020, che ha chiesto a fine agosto il supporto dei professionisti del Consultorio MIF per riuscire a rientrare in Italia e riprendere gli studi.
I professionisti del Consultorio MIF, ricevuta la richiesta di aiuto da Mahmud, si sono subito attivati costituendo un’apposita èquipe di intervento che, dopo aver riscontrato una palese violazione del diritto allo studio, si è impegnata in un’azione coordinata che ha coinvolto le maggiori testate giornalistiche, il Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il Presidente del Consiglio dei Ministri, le ambasciate italiana e bengalese, il sindaco di Palermo.
Non permettere ad un minore residente in Italia di esercitare il suo diritto allo studio, lede i più elementari principi di diritto di uno stato democratico come l’Italia. Questa è stata la linea guida seguita dai professionisti del Consultorio MIF nell’affrontare questa problematica.
Nel caso di Mahmud, inoltre, da un punto di vista internazionale, si è riscontrata la violazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; un testo giuridico di eccezionale importanza poiché riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici.
Sempre a livello internazionale è stata evidente anche la violazione della Dichiarazione universale dei Diritti umani, documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Da un punto di vista interno, invece, si è compiuta una violazione dei diritti fondamentali stabiliti nella Costituzione italiana. Nel dettaglio l’art. 3 (principio di uguaglianza) e l’art. 33 e 34 che sanciscono l’importanza del diritto all’istruzione.
L’appello è stato raccolto subito dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, in riferimento a quanto già specificato dal Mif, ha inviato una richiesta alle massime autorità di governo per fare rientrare il minore bengalese in Italia.
L’insieme di tutte queste azioni ha fatto si che il penultimo DPCM (20 ottobre 2020 articolo 4) includesse tutti questi principi, totalmente ignorati nelle disposizioni precedenti.
Un risultato che di fatto, ha reso possibile il ritorno a Palermo sia di Mahmud, che di tanti altri minorenni residenti in Italia, impossibilitati a godere del diritto allo studio.