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Diritti LGBT in Italia: conquiste ed ostacoli

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Diritti LGBT in Italia: conquiste ed ostacoli

Negli anni si è assistito ad una notevole evoluzione dei diritti lgbt in Italia ma, nonostante ciò, dal punto di vista legale gli ostacoli presenti e da affrontare sono ancora molti.
Gli argomenti di maggiore rilevanza in merito, afferiscono alle tematiche del matrimonio e delle adozioni.
Per quanto attiene alla cerimonia nuziale delle persone dello stesso sesso, la forma di regolamentazione prevista è l’unione civile dinanzi all’ufficiale dello stato civile del Comune. Trattasi non di un matrimonio in senso stretto, ma di un’unione regolata dalla legge.

L’istituto è stato introdotto con la Legge n. 76/2016 (c.d. Legge Cirinnà), la quale ha previsto i requisiti e la tutela dell’unione di due persone dello stesso sesso e, a seguito della celebrazione, la coppia unita assume gli stessi diritti e doveri scaturenti dal matrimonio (si pensi, ad esempio, all’obbligo di assistenza morale e materiale reciproca).

L’unione civile

Tra i requisiti per la costituzione di tale unione civile, la Legge richiede che entrambe le parti siano maggiorenni, che il consenso non sia stato estorto con violenza, che non sussistano cause impeditive dell’unione e che le parti non siano già vincolate in precedenti matrimoni.

In merito ai diritti, invece, la formulazione legislativa richiama quanto statuito dall’art. 143 cod. civ. in materia di matrimonio e proprio questi diritti sono stati oggetto di rivendicazione da parte delle coppie omosessuali poiché, sebbene possano apparire come diritti scontati per la vita di coppia, non erano previsti come tali per le unioni civili.
Successivamente all’unione civile, le coppie omosessuali ottengono uno status analogo a quello coniugale.

Stepchild adoption?

La principale differenza rispetto al matrimonio si rinviene nel rapporto con i figli e, in particolare, per l’assenza – nella disciplina legislativa – della possibilità per il partner lgbtq di adottare il figlio dell’altro (stepchild adoption).
È stata la giurisprudenza a colmare il vuoto legislativo consentendo alle coppie omosessuali di adottare, in alcuni casi.

Il ruolo della giurisprudenza

Guardando alla più recente pronuncia (Cass. ord. n. 17100/2019), la Suprema Corte ha consentito l’adozione anche a persone single e coppie di fatto – e dunque, per analogia, alle coppie lgbt –, precisando che la condizione per l’adozione non deve essere necessariamente l’abbandono del minore, dovendo piuttosto considerarsi la consolidata relazione affettiva creatasi tra adottato e adottando nel prevalente interesse del minore alla conservazione di tale rapporto. E così, la mancata disciplina legislativa in merito all’adozione del figlio da parte del partner omosessuale, trasferisce in capo ai giudici il compito di garantire il diritto dei figli alla certezza e stabilità dei rapporti con coloro che effettivamente esercitano la funzione genitoriale.
Si tratta di primi passi verso una, auspicabile, più ampia disciplina e tutela.

*Un articolo di Giorgia Cannistraro, avvocato specializzato in diritto del lavoro, recupero crediti, diritto di famiglia e assistenza nella costituzione di parte civile.

 

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